INCONTRO - DIBATTITO
“Conversazione sulla giustizia e sulla pena: da Dante ai nostri giorni. Riflessioni giuridiche, storiche e filosofiche”
Sala conferenze Hotel Centrum Palace, via G. Vico n. 2, Campobasso
16 marzo 2023, ore 18:00
(evento organizzato in collaborazione con il Rotary Club Campobasso)
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Le tematiche riguardanti la “giustizia” e la “pena” rientrano fra i grandi temi che attraversano l’intera storia dell’uomo e costituiscono argomenti posti al centro di millenaria riflessione non soltanto sotto il profilo giuridico ma, al contempo, anche in chiave storica, religiosa, filosofica, letteraria, politica e sociologica.
Le più importanti personalità della storia e i più illustri uomini di pensiero di ogni tempo, nei diversi ambiti della conoscenza e del sapere, hanno preso posizione su questi temi nel corso delle varie epoche e, attraverso le loro opere e i loro scritti, hanno espresso opinioni, formulato teorie, operato ricostruzioni offrendo, ciascuno dal proprio punto di vista e in base alla propria formazione, un contributo ad un dibattito in realtà mai sopito che, a ben guardare, è destinato ad accompagnare il cammino del genere umano anche per l’avvenire.
Il Centro Studi Molisano e il Rotary Club di Campobasso hanno inteso organizzare un incontro al fine di discutere e approfondire alcuni degli aspetti afferenti alle suddette tematiche avvalendosi del prezioso contributo offerto da un illustre ospite e relatore.
L’incontro, dal titolo «Conversazione sulla giustizia e sulla pena: da Dante ai nostri giorni. Riflessioni giuridiche, storiche e filosofiche» si è svolto a Campobasso il 16 marzo 2023, presso la Sala conferenze dell’Hotel Centrum Palace.
Dopo gli indirizzi di saluto, i lavori sono stati avviati con la relazione introduttiva curata dal Presidente del Rotary Club Campobasso e del Centro Studi Molisano, Prof. Giuseppe Reale, riguardante il concetto di “giustizia”, affrontato in chiave storica, religiosa, filosofica, letteraria e giuridica.
Richiamando il Codice di Hammurabi e la Sacra Bibbia, citando il pensiero di Cicerone, Ulpiano, Platone, Aristotele, Sant’Agostino d’Ippona, San Tommaso D’Acquino, Dante Alighieri, Tohmas Hobbes, David Hume, Alessandro Manzoni, Francesco Longano, Papa Francesco e molti altri, il Presidente ha ripercorso, in maniera sintetica, millenni di dibattito sul tema della “giustizia terrena”, concludendo che, al riguardo, difficilmente si potrà giungere ad un concetto univoco e unanimemente condiviso e, probabilmente, ciò non è neppure opportuno.
Nella parte finale il Presidente ha affrontato il tema, invero assai attuale, concernente l’idea, che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede, dell’uso di sistemi di intelligenza artificiale da applicare nell’ambito del sistema giustizia. L’intelligenza artificiale verrebbe così ad essere investita di una delle più antiche, importanti e delicate fra le attività umane – vale a dire l’esercizio della giustizia – e le macchine intelligenti diverrebbero quasi una sorta di incarnazione, tecnologica e post umana, di un mito allegorico illuminista, dando vita alla figura di un giudice-macchina quale “bocca della legge”.
Tale prospettiva, a ben guardare, suscita enormi perplessità e timori, quali, ad esempio, una visione puramente meccanicistica e tecnologica del ruolo del giudice e della stessa concezione di giustizia, con il pericolo di giungere a decisioni “automatizzate”, neutre e indifferenti rispetto alle dinamiche tipiche delle realtà umane e, prive del fattore “discernimento” che solo un giudice umano può esercitare.
Infine, dopo avere declinato i possibili rischi che potrebbero derivare per gli esseri umani ove mai l’esercizio della giustizia fosse demandato ad apparati tecnologici dotati di intelligenza artificiale, il Presidente ha concluso il suo intervento rimarcando che la giustizia non può essere intesa come neutra e automatica applicazione, geometrica e meccanica, di disposizioni normative e di precedenti, sia in ragione del fatto che gli orientamenti giurisprudenziali si evolvono, sia in ragione del fatto che tale evoluzione non è soltanto il frutto delle modifiche giuridico-legislative, ma anche dei cambiamenti sociali, storici, politici, economici e di costume che hanno pervaso e pervadono ogni società e in ogni tempo.
Nel concludere la propria relazione il Presidente Reale ha affermato: “La giustizia – per continuare ad essere tale – non credo potrà mai essere appaltata a macchine intelligenti poiché ad esse manca quella speciale e ineguagliabile «alchimia» interiore, che non potrà che restare, anche negli anni a venire, una prerogativa esclusiva dell’essere umano; ad esse manca quell’essenza che ancora oggi resta profondamente misteriosa e che, almeno spero, nessuna tecnologia potrà mai sostituire o replicare, vale a dire l’animo umano”.
A seguire, il lavori sono proseguiti con la relazione svolta dal Dott. Mario Pinelli, Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Campobasso, insigne giurista, magistrato e uomo di pensiero, che ha proposto un intervento a tutto tondo sul concetto di “pena” affrontando la tematica in chiave sociologia, storica e giuridica.
Particolarmente approfonditi i richiami dell’illustre relatore alla “Divina Commedia” e alla regola del contrappasso, nelle varie declinazioni utilizzate dal Sommo Poeta.
Al termine dell’incontro, che ha visto la partecipazione di tutte le Autorità civili e militari della Citta, si è aperto uno spazio di discussione e di dibattito, con vari interventi e quesiti da parte del pubblico.